Come ti accennavo nel post precedente, che trovi cliccando qui, il periodo a cavallo della nascita di mezza S ha segnato profondamente la nostra vita.
In seguito alla perdita di tutto il denaro che disponevamo, che avevamo incautamente investito in un progetto naufragato ancora prima di nascere con due persone poco raccomandabili, eravamo arrivati a raschiare il fondo del barile.
Con una neonata e neanche un centesimo in tasca ci recavamo tutti i giorni ad aprire il nostro piccolo negozio.
Proprio di fianco a noi c’era un’agenzia immobiliare che si chiamava T…….a, e chi ci lavorava dentro era molto gentile. Quel giorno avevano esposto un cartello con scritto che cercavano dei collaboratori e così decisi di cercarmi un’altro lavoro per portare a casa il latte.
Non avevo mai lavorato nel campo immobiliare e non ne sapevo assolutamente nulla di case. Però avevo dalla mia parte la voglia di fare cose nuove e così mi ci tuffai a capofitto.
Ebbi la grande fortuna di essere affiancata ad un giovanissimo agente, aveva forse 20 anni all’epoca, che non mi spiegò molto sulle valutazioni o su cosa fosse un bilocale o un trilocale, ma che mi dimostrò come si fermavano le persone e come si poteva parlare con loro in modo profittevole per ottenere quante più informazioni possibili.
Ovviamente non mi disse neanche che mi stava dimostrando tutto questo ma lo fece e basta, usando semplicemente l’esempio, ed io imparavo assorbendo ogni sua mossa come se fossi diventata improvvisamente una spugna.
Chiaramente in ufficio volevano risultati e non solo pubbliche relazioni, e tieni anche presente che non ero capace di vendere l’idea che una casa valesse diverse decine mi migliaia di euro più del suo valore solo per portare a casa un contratto di acquisizione firmato, quindi dopo un paio di mesi mi lasciarono a casa.
Ricordo che quel giorno il titolare dell’agenzia mi chiamò in ufficio dicendomi che io non ero capace di fare affari con gli immobili. Era meglio se sceglievo un’altro settore.
Aveva ragione, all’epoca non lo sapevo fare ma lui non seppe leggere in me i cambiamenti che stavano avvenendo e che mi avrebbero portata dove sono ora.
Se qualcuno fosse interessato, lui dopo poco tempo chiuse metà agenzia e ridusse a meno della metà il personale.
Non mi feci abbattere da questo intoppo e cercai subito un altro lavoro sempre nel settore vendite che ormai mi aveva rapito il cuore.
Feci domanda per entrare nello staff di una società che vendeva aspirapolveri con tecnologie della Nasa.
Funzionava in questo modo: loro ti prendevano gli appuntamenti e tu andavi a casa della gente, che ti aspettava, e proponevi il tuo aspirapolvere con una dimostrazione.
Imparai davvero a parlare anche con i sassi e con gli sconosciuti. Entravo in casa loro, di solito bevevamo un caffè, facevo la dimostrazione e me ne andavo.
In teoria doveva andare così.
Vendetti discretamente bene, ed anche questa volta portai a casa un notevole bagaglio di esperienza.
S1 però si lamentava che non c’ero mai, anche perchè iniziavo a lavorare alle 9 di mattina e l’ultimo appuntamento me lo fissavano alle 21, così difficilmente rientravo prima delle 23.
Mi andò via tutto il latte e smisi di allattare e contemporaneamente disfai la macchina guidando anche con un sonno tremendo.
Quella sera a casa tirai le somme della mia esistenza e decisi, molto a malincuore, di fare domanda in una fabbrica vicino casa che stava assumendo operai generici. Avrei fatto i 3 turni e sarei stata molto di più con la mia famiglia.
Decisi di annullare la mia voglia di fare nel campo commerciale e firmai il contratto con questa fabbrica.
Ma anche questa esperienza durò pochissimo e questa volta non per un licenziamento ma per un mtivo molto più grave che condizionò il resto delle nostre vite.
Questa storia te la racconto la prossima volta.
Nonostante siano passati tanti anni, è molto impegnativo per me raccontarla.
S2
2 Commenti. Nuovo commento
Ti capisci perché anch’io ho deciso diversi anni fa di occuparmi di immobili a causa di mie vicende personali ….!!!!!
Ho fatto il corso mediatori consiglio a tutti e poi ho dato l’esame ..
Della mia vita precedente come a me piace chiamarla non amo parlarne molto perché ho sofferto tanto … E da questa sofferenza che sono ripartito
Quindi ti capisco e ti ammiro per quello che hai scritto
Ciao e buon lavoro
Sono le vicende che ti portano a prendere decisioni importanti e sei stato molto bravo a reagire Cesare.
Se hai necessità di confrontarti con qualcuno che ti possa capire sappi che noi ci siamo.
Come supporto lavorativo, visto che siamo “colleghi” e non.