Quando l’agente immobiliare in gamba ha l’ufficio in zona rossa, ecco cosa fa

Marzo 2020: un asteroide ha colpito il Settore Immobiliare!

Questo articolo vede la luce a un anno di distanza dal terribile lockdown generale istituito dalle autorità di Stato durante il marzo 2020. Durante questo periodo siamo riusciti a continuare il nostro lavoro e dovendo aver a che fare con agenti immobiliari di tutte le zone del centro Nord, durante le nostre interviste di reclutamento, abbiamo notato una totale spaccatura:

  • C’è chi è stato colpito dai provvedimenti a scopo di tutela sanitaria conseguenti all’epidemia da covid19
  • C’è chi ha capito che la risposta giusta a questa situazione era trovare una soluzione alternativa.

Il Covid ha impattato in maniera negativa sulla psicologia delle persone, che ricordano il primo trimestre di chiusura generalizzata come un periodo di black out totale.

Questo virus ci ha sbattuto in faccia la cruda verità: che nulla al mondo è certo, tutto è volatile e appeso a un filo.

  • Persone care che scompaiono.
  • Malattie, sofferenza.
  • Squilibri psichici.

Siamo vicini a chiunque abbia subito una perdita. Non si scherza su queste cose.

E ovviamente, parlando anche di disfatte materiali:

  • Licenziamenti, problemi economici.
  • Capitali dilapidati al vento.

Si è venuta a creare una situazione che ha generato dubbi che non possono essere taciuti, ed è meglio mostrare subito l’elefante nella stanza.

Il mondo dell’immobiliare è in crisi?

Per i guru delle statistiche immobiliari che leggono il Sole 24 ore Sì.

Nel 2020 c’è stato un crollo totale delle compravendite. Di fronte a questi numeri come puoi non parlare di crisi del mercato immobiliare?

Vuoi la mia più sincera risposta?

Assolutamente no.

Il mondo dell’immobiliare non è in crisi

Il calo di vendita degli immobili nel secondo trimestre del 2020 è assolutamente fisiologico. Chi sostiene il contrario non ha capito nulla: con i notai chiusi, sarebbe assurdo il contrario.

Ma non solo: in realtà il settore si è già “ripreso”. La crisi non c’è mai stata, si è verificato soltanto un calo delle compravendite dovuto al fatto che la macchina burocratica dello Stato non ha potuto fare altro che fermarsi, così come tutti gli studi professionali dell’indotto che generano. Fortunatamente però, appena si sono riaperte le porte, tutto è tornato alla “normalità”.

Qualche piccolo cambiamento “culturale” però c’è stato: se da una parte questo virus ha “tolto” tanto, dall’altra ha portato paradossalmente anche la volontà di godersi la casa in modo diverso.

Le case si continuano a vendere, perché?

Perché è cambiata la domanda.

Immobili più grandi, più “verdi”, in zone più periferiche.

Qual è la motivazione regina dietro queste nuove richieste del mercato?

Le risposte dei clienti in cerca di casa nuova sono pressoché identiche, e senza dubbio condivisibili:

“Nel caso l’emergenza si protragga, mi sento molto più sicuro e al riparo da future emergenze sanitarie se:

  • Mi acquisto una casa grande,
  • Meglio se con il giardino,
  • Magari fuori dal centro cittadino, in modo da essere lontano da sguardi indiscreti, nel caso mi venisse voglia di fare una passeggiata nelle strade di campagna,
  • Mi posso creare un ambiente di lavoro serio e professionale, organizzando all’interno dell’immobile il mio studio
  • E perché no, avere spazi più ampi per godermi un po’ di solitudine dato che il bar di paese non è più il luogo in cui posso ripararmi dalle litigate quotidiane”.

C’è chi cercava casa e c’è invece chi una casa ce l’aveva ma ha deciso di cambiarla adottando standard diversi.

E questo non è un trend riscontrato solo da noi, ma è una tendenza generalizzata.

Ad esempio a Roma la richiesta di case in campagna è aumentata del 37% rispetto al 2019, mentre invece a Firenze le zone del Chianti e del Mugello sono state letteralmente prese d’assalto da acquirenti stranieri.

Fonte: Immobiliare.it

E qui arriviamo al fatidico bivio…

Ci sono due tipi di agenti immobiliari: quelli che prosperano e quelli ad una provvigione mancata dal fallimento

Rimanere con le saracinesche abbassate ha portato gli agenti immobiliari a fare il punto della situazione sul loro lavoro, e a interrogarsi riguardo una soluzione alternativa per poter portare delle entrate che fossero indipendenti da eventi esterni incontrollabili, come appunto il Covid19.

Non possiamo ovviamente riferirci a tutti gli agenti immobiliari indistintamente, in quanto il settore è molto variegato. Però possiamo notare due tipi di agenti immobiliari:

  • Agenti immobiliari “apriporte”, ovvero liberi professionisti solo per il fatto di aver aperto una partita IVA. Si limitano a far vedere le case ai clienti e, se ci riescono, a venderle.
  • Agenti immobiliari che sono dei veri e propri imprenditori con il fiuto per gli affari, che non disdegnano di fare operazioni in prima persona qualora si presentino le occasioni giuste, e che per anni sono riusciti a costruire una solida base economica per se stessi e le loro famiglie.
Questi ultimi, che hanno una mentalità che va al di là della “provvigione”, hanno sfruttato il giusto e meritato vantaggio della loro professione per fare di più. E se devo esprimere un solo parere verso questi professionisti, dico solo: “bravi!”

Gli “apriporte”, in balia di questa situazione incontrollabile, sono rimasti fermi al palo. Lasciamoli pure sul sito dell’INPS a lamentarsi, e a sperare di riuscire a connettersi per richiedere i 600 euro a loro destinati.

Come fanno i veri professionisti dell’immobiliare a sopravvivere alle crisi?

Alcuni avevano anche altre attività che nel tempo avevano generato fortuna.

C’è chi operava direttamente nelle operazioni immobiliari avendo capito che di sole provvigioni non si vive. Anche loro hanno accumulato una materasso economico tale da poter stare serenamente chiusi per qualche mese senza patire il dramma del fine mese.

Altri si sono riorganizzati arrivando a lavorare di più in zona rossa che tutto il resto dell’anno. Non hanno sofferto più di tanto le restrizioni a livello sanitario, perché hanno saputo adeguarsi alla situazione adottando alcune “finezze”.

Visite Immobiliari in zona rossa durante il Coronavirus

Per esempio, si sono organizzati per permettere ai potenziali clienti delle visite agli immobili “virtuali”; hanno adottato nuovi sistemi per acquisire e gestire i clienti a distanza, e altri piccoli accorgimenti che in questo periodo hanno fatto la differenza.

Insomma, non sono rimasti di certo “passivi” ad attendere che i contatti inciampassero nel loro ufficio, ma si sono attivati in modo propositivo per farceli entrare.

Non ultimo, è da considerare proprio il fatto che, essendo veri professionisti, si erano creati con il tempo una “reputazione” solida nella loro zona di competenza.

E nonostante abbiano dribblato le conseguenze catastrofiche della pandemia e siano riusciti a lavorare egregiamente per tutto il 2020 e oltre, questi agenti/imprenditori immobiliari hanno fatto tesoro di questa esperienza, e due domande se le sono comunque fatte.

“È vero che nonostante tutte le difficoltà sono riuscito a tenere botta, ma ho capito che non devo più basare le entrate solo ed esclusivamente sulle mie forze e sulla mia operatività. Mi serve un piano alternativo che mi consenta di “alleggerirmi” la pressione e le preoccupazioni qualora altri eventi imprevisti si riproponessero in futuro”.

Il nocciolo del problema è:

Con le aste inattive, e con gli sfratti bloccati, e quindi nell’impossibilità di fare operazioni immobiliari, come posso basare il mio stile di vita soltanto sulle provvigioni dell’agenzia quando so benissimo che di sole provvigioni non si vive?”

Come reagire a questa situazione?

Avendo perso ogni gratificazione derivante dalle operazioni immobiliari (calcolando anche che la zona di riferimento non poteva essere tutta Italia, ma le uniche operazioni a cui potevano accedere erano quelle delle immediate vicinanze), questi agenti dal forte piglio imprenditoriale si erano ritrovati a lavorare alla stregua degli altri agenti “apriporte”, ugualmente stretti nella morsa del lavoro time consuming (una prospettiva, per loro, assai poco interessante).

Insomma, di punto in bianco avevano sentito esaurirsi tutto il “dolce” del settore immobiliare che erano soliti gustare fino a pochi mesi prima. Sentivano che dovevano correre ai ripari.

E ti parlo con cognizione di causa.

Dalle nostre “inverviste” è emersa chiaramente la tendenza, da parte di questi agenti immobiliari più lungimiranti, di di crearsi una seconda entrata che fosse indipendente da fattori esterni e dalla propria operatività personale.

Ok, se anche io sono un agente immobiliare professionista, e ho il desiderio di crearmi delle entrate alternative al mio lavoro, come posso crearmi una seconda entrata (sempre nel settore immobiliare, dato che è un settore “sicuro” e che conosco bene) seguendo le orme di chi prima di me ci è già riuscito?

Oltre a riadattarti come hanno fatti tanti altri tuoi colleghi, devi iniziare a capire che basare le tue entrate solo ed esclusivamente sulla tua forza lavoro è un errore.

Appena riapriranno le opportunità immobiliari, che attualmente sono limitate, devi cominciare a pensare a come metterci le mani sopra.

Molti tuoi colleghi si sono rivolti a noi di Immobillion per avere una diversificazione sulle operazioni immobiliari dato che nelle loro zone ora è difficile trovare opportunità. Di fatto, noi, lavorando in tutta Italia e avendo contatti in tutte le province, con grossi player del mercato e con un forza economica più alta della media, ogni giorno ci capitano operazioni da valutare e che possiamo valutare con tutta tranquillità proprio per non siamo legati al "O la faccio o quando mi ricapita?".

Se non conosci ancora la realtà di Immobillion, – clicca qui – e approfondisci meglio il discorso e iniziare a mettere i primi semini sulla tua diversificazione economica.

Ma torniamo a noi.

È la mentalità che porta a scoprire le opportunità dietro ad una crisi.

Un problema per te è un problema anche per gli altri. Se riesci a craccare il codice che sblocca il problema comune, allora, sei un passo avanti a tutti i tuoi colleghi. Che poi colleghi non sono, ma concorrenti.

Nessuno penserà mai a te e a come risolvere i tuoi problemi se non tu e la tua forza di volontà.

Per cui ti auguro di riadattarti come hanno fatto tanti altri Agenti Immobiliari durante il periodo Covid e trovare, o ritrovare, la tua serenità nel lavoro.

Qui sotto c’è il mio socio Carlo dal notaio durante il periodo Covid, a firmare uno dei tanti atti di acquisto/vendita. E se ce l’abbiamo fatta noi, puoi farcela anche tu.

In bocca al lupo e a presto!

William

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Quando l’agente immobiliare in gamba ha l’ufficio in zona rossa, ecco cosa fa

Marzo 2020: un asteroide ha colpito il Settore Immobiliare!

Questo articolo vede la luce a un anno di distanza dal terribile lockdown generale istituito dalle autorità di Stato durante il marzo 2020. Durante questo periodo siamo riusciti a continuare il nostro lavoro e dovendo aver a che fare con agenti immobiliari di tutte le zone del centro Nord, durante le nostre interviste di reclutamento, abbiamo notato una totale spaccatura:

  • C’è chi è stato colpito dai provvedimenti a scopo di tutela sanitaria conseguenti all’epidemia da covid19
  • C’è chi ha capito che la risposta giusta a questa situazione era trovare una soluzione alternativa.

Il Covid ha impattato in maniera negativa sulla psicologia delle persone, che ricordano il primo trimestre di chiusura generalizzata come un periodo di black out totale.

Questo virus ci ha sbattuto in faccia la cruda verità: che nulla al mondo è certo, tutto è volatile e appeso a un filo.

  • Persone care che scompaiono.
  • Malattie, sofferenza.
  • Squilibri psichici.

Siamo vicini a chiunque abbia subito una perdita. Non si scherza su queste cose.

E ovviamente, parlando anche di disfatte materiali:

  • Licenziamenti, problemi economici.
  • Capitali dilapidati al vento.

Si è venuta a creare una situazione che ha generato dubbi che non possono essere taciuti, ed è meglio mostrare subito l’elefante nella stanza.

Il mondo dell’immobiliare è in crisi?

Per i guru delle statistiche immobiliari che leggono il Sole 24 ore Sì.

Nel 2020 c’è stato un crollo totale delle compravendite. Di fronte a questi numeri come puoi non parlare di crisi del mercato immobiliare?

Vuoi la mia più sincera risposta?

Assolutamente no.

Il mondo dell’immobiliare non è in crisi

Il calo di vendita degli immobili nel secondo trimestre del 2020 è assolutamente fisiologico. Chi sostiene il contrario non ha capito nulla: con i notai chiusi, sarebbe assurdo il contrario.

Ma non solo: in realtà il settore si è già “ripreso”. La crisi non c’è mai stata, si è verificato soltanto un calo delle compravendite dovuto al fatto che la macchina burocratica dello Stato non ha potuto fare altro che fermarsi, così come tutti gli studi professionali dell’indotto che generano. Fortunatamente però, appena si sono riaperte le porte, tutto è tornato alla “normalità”.

Qualche piccolo cambiamento “culturale” però c’è stato: se da una parte questo virus ha “tolto” tanto, dall’altra ha portato paradossalmente anche la volontà di godersi la casa in modo diverso.

Le case si continuano a vendere, perché?

Perché è cambiata la domanda.

Immobili più grandi, più “verdi”, in zone più periferiche.

Qual è la motivazione regina dietro queste nuove richieste del mercato?

Le risposte dei clienti in cerca di casa nuova sono pressoché identiche, e senza dubbio condivisibili:

“Nel caso l’emergenza si protragga, mi sento molto più sicuro e al riparo da future emergenze sanitarie se:

  • Mi acquisto una casa grande,
  • Meglio se con il giardino,
  • Magari fuori dal centro cittadino, in modo da essere lontano da sguardi indiscreti, nel caso mi venisse voglia di fare una passeggiata nelle strade di campagna,
  • Mi posso creare un ambiente di lavoro serio e professionale, organizzando all’interno dell’immobile il mio studio
  • E perché no, avere spazi più ampi per godermi un po’ di solitudine dato che il bar di paese non è più il luogo in cui posso ripararmi dalle litigate quotidiane”.

C’è chi cercava casa e c’è invece chi una casa ce l’aveva ma ha deciso di cambiarla adottando standard diversi.

E questo non è un trend riscontrato solo da noi, ma è una tendenza generalizzata.

Ad esempio a Roma la richiesta di case in campagna è aumentata del 37% rispetto al 2019, mentre invece a Firenze le zone del Chianti e del Mugello sono state letteralmente prese d’assalto da acquirenti stranieri.

Fonte: Immobiliare.it

E qui arriviamo al fatidico bivio…

Ci sono due tipi di agenti immobiliari: quelli che prosperano e quelli ad una provvigione mancata dal fallimento

Rimanere con le saracinesche abbassate ha portato gli agenti immobiliari a fare il punto della situazione sul loro lavoro, e a interrogarsi riguardo una soluzione alternativa per poter portare delle entrate che fossero indipendenti da eventi esterni incontrollabili, come appunto il Covid19.

Non possiamo ovviamente riferirci a tutti gli agenti immobiliari indistintamente, in quanto il settore è molto variegato. Però possiamo notare due tipi di agenti immobiliari:

  • Agenti immobiliari “apriporte”, ovvero liberi professionisti solo per il fatto di aver aperto una partita IVA. Si limitano a far vedere le case ai clienti e, se ci riescono, a venderle.
  • Agenti immobiliari che sono dei veri e propri imprenditori con il fiuto per gli affari, che non disdegnano di fare operazioni in prima persona qualora si presentino le occasioni giuste, e che per anni sono riusciti a costruire una solida base economica per se stessi e le loro famiglie.
Questi ultimi, che hanno una mentalità che va al di là della “provvigione”, hanno sfruttato il giusto e meritato vantaggio della loro professione per fare di più. E se devo esprimere un solo parere verso questi professionisti, dico solo: “bravi!”

Gli “apriporte”, in balia di questa situazione incontrollabile, sono rimasti fermi al palo. Lasciamoli pure sul sito dell’INPS a lamentarsi, e a sperare di riuscire a connettersi per richiedere i 600 euro a loro destinati.

Come fanno i veri professionisti dell’immobiliare a sopravvivere alle crisi?

Alcuni avevano anche altre attività che nel tempo avevano generato fortuna.

C’è chi operava direttamente nelle operazioni immobiliari avendo capito che di sole provvigioni non si vive. Anche loro hanno accumulato una materasso economico tale da poter stare serenamente chiusi per qualche mese senza patire il dramma del fine mese.

Altri si sono riorganizzati arrivando a lavorare di più in zona rossa che tutto il resto dell’anno. Non hanno sofferto più di tanto le restrizioni a livello sanitario, perché hanno saputo adeguarsi alla situazione adottando alcune “finezze”.

Visite Immobiliari in zona rossa durante il Coronavirus

Per esempio, si sono organizzati per permettere ai potenziali clienti delle visite agli immobili “virtuali”; hanno adottato nuovi sistemi per acquisire e gestire i clienti a distanza, e altri piccoli accorgimenti che in questo periodo hanno fatto la differenza.

Insomma, non sono rimasti di certo “passivi” ad attendere che i contatti inciampassero nel loro ufficio, ma si sono attivati in modo propositivo per farceli entrare.

Non ultimo, è da considerare proprio il fatto che, essendo veri professionisti, si erano creati con il tempo una “reputazione” solida nella loro zona di competenza.

E nonostante abbiano dribblato le conseguenze catastrofiche della pandemia e siano riusciti a lavorare egregiamente per tutto il 2020 e oltre, questi agenti/imprenditori immobiliari hanno fatto tesoro di questa esperienza, e due domande se le sono comunque fatte.

“È vero che nonostante tutte le difficoltà sono riuscito a tenere botta, ma ho capito che non devo più basare le entrate solo ed esclusivamente sulle mie forze e sulla mia operatività. Mi serve un piano alternativo che mi consenta di “alleggerirmi” la pressione e le preoccupazioni qualora altri eventi imprevisti si riproponessero in futuro”.

Il nocciolo del problema è:

Con le aste inattive, e con gli sfratti bloccati, e quindi nell’impossibilità di fare operazioni immobiliari, come posso basare il mio stile di vita soltanto sulle provvigioni dell’agenzia quando so benissimo che di sole provvigioni non si vive?”

Come reagire a questa situazione?

Avendo perso ogni gratificazione derivante dalle operazioni immobiliari (calcolando anche che la zona di riferimento non poteva essere tutta Italia, ma le uniche operazioni a cui potevano accedere erano quelle delle immediate vicinanze), questi agenti dal forte piglio imprenditoriale si erano ritrovati a lavorare alla stregua degli altri agenti “apriporte”, ugualmente stretti nella morsa del lavoro time consuming (una prospettiva, per loro, assai poco interessante).

Insomma, di punto in bianco avevano sentito esaurirsi tutto il “dolce” del settore immobiliare che erano soliti gustare fino a pochi mesi prima. Sentivano che dovevano correre ai ripari.

E ti parlo con cognizione di causa.

Dalle nostre “inverviste” è emersa chiaramente la tendenza, da parte di questi agenti immobiliari più lungimiranti, di di crearsi una seconda entrata che fosse indipendente da fattori esterni e dalla propria operatività personale.

Ok, se anche io sono un agente immobiliare professionista, e ho il desiderio di crearmi delle entrate alternative al mio lavoro, come posso crearmi una seconda entrata (sempre nel settore immobiliare, dato che è un settore “sicuro” e che conosco bene) seguendo le orme di chi prima di me ci è già riuscito?

Oltre a riadattarti come hanno fatti tanti altri tuoi colleghi, devi iniziare a capire che basare le tue entrate solo ed esclusivamente sulla tua forza lavoro è un errore.

Appena riapriranno le opportunità immobiliari, che attualmente sono limitate, devi cominciare a pensare a come metterci le mani sopra.

Molti tuoi colleghi si sono rivolti a noi di Immobillion per avere una diversificazione sulle operazioni immobiliari dato che nelle loro zone ora è difficile trovare opportunità. Di fatto, noi, lavorando in tutta Italia e avendo contatti in tutte le province, con grossi player del mercato e con un forza economica più alta della media, ogni giorno ci capitano operazioni da valutare e che possiamo valutare con tutta tranquillità proprio per non siamo legati al "O la faccio o quando mi ricapita?".

Se non conosci ancora la realtà di Immobillion, – clicca qui – e approfondisci meglio il discorso e iniziare a mettere i primi semini sulla tua diversificazione economica.

Ma torniamo a noi.

È la mentalità che porta a scoprire le opportunità dietro ad una crisi.

Un problema per te è un problema anche per gli altri. Se riesci a craccare il codice che sblocca il problema comune, allora, sei un passo avanti a tutti i tuoi colleghi. Che poi colleghi non sono, ma concorrenti.

Nessuno penserà mai a te e a come risolvere i tuoi problemi se non tu e la tua forza di volontà.

Per cui ti auguro di riadattarti come hanno fatto tanti altri Agenti Immobiliari durante il periodo Covid e trovare, o ritrovare, la tua serenità nel lavoro.

Qui sotto c’è il mio socio Carlo dal notaio durante il periodo Covid, a firmare uno dei tanti atti di acquisto/vendita. E se ce l’abbiamo fatta noi, puoi farcela anche tu.

In bocca al lupo e a presto!

William

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