Ti hanno piantato in testa il seme della povertà? Estirpalo prima che metta radici e conquista una mentalità di ricchezza


Quale risposta daresti al rebus qua sotto?

  • Da ragazzo hai tempo ed energie, ma ti mancano i soldi
  • Da adulto hai energie e soldi, ma ti manca il tempo
  • Da anziano hai soldi e tempo, ma ti mancano le energie.

È la storia di tutti.

Tutti però lamentano una vita passata a lavorare con poco tempo a disposizione, pochi soldi (in relazione al tempo passato a lavorare) e in generale una vita poco felice.

La vita diventa strabiliante quando riesci ad hackerare questa sequenza e avere tempo e soldi a disposizione quando hai ancora le energie.

E come si fa?

In questo articolo vedremo alcuni degli switch necessari per passare dalla “povertà” alla “ricchezza”.

Ma prima un importante disclaimer.

Parte tutto dalla mente

Quando parliamo di povertà e ricchezza non ci riferiamo tanto al conto corrente. Quella è soltanto una conseguenza, un indice tra i tanti che definisce una persona ricca o povera.

La ricchezza di una persona ha a che fare, oltre che con il suo potere finanziario, anche con la qualità della vita. Salute, relazioni soddisfacenti, tempo da dedicare a se stessi.

Insomma povertà e ricchezza sono stati della nostra mentalità.

Ed è per questo che, dal nostro punto di vista, un povero con i soldi non è un ricco.

Così come una persona con le giuste competenze può dirsi ricca, perché sa come generare denaro senza per questo togliere linfa alle altre aree della sua vita.

Una persona con il mindset della ricchezza è soltanto momentaneamente senza soldi.

Infatti ti sarà capitato di leggere di imprenditori che si sono trovati a perdere tutto il patrimonio e chiudere la loro azienda. Ma poi, grazie alla loro mentalità e alle loro conoscenze, sono riusciti a diventare più ricchi di quanto non lo fossero prima.

Ora ti starai chiedendo:

“Ma se parte tutto dalla testa, significa che ci sono modi di pensare che conducono alla ricchezza e modi di pensare che ti fanno sprofondare nel baratro della povertà?”.

È esattamente quello che intendevo.

E se vuoi sapere come aumentare la qualità della tua vita (non soltanto finanziaria) faresti bene a non staccare gli occhi da questa pagina.

Quanto vale il tuo tempo? Il primo switch fondamentale da fare

La maggior parte delle persone percepiscono il tempo a loro disposizione come una risorsa “infinita”.

Le persone che pensano in questo modo sono “poveri”. Una povertà di spirito, che purtroppo contagia anche il loro conto in banca.

I poveri pensano che ci sia tempo in abbondanza, e bisogna passarlo “a caccia di soldi”.

D’altro canto i soldi vengono percepiti da queste persone in quantità scarsa. Ma se i soldi sono pochi, significa che il loro valore è alto, perché se siamo tutti in lotta per le stesse risorse, allora è ovvio che queste ai nostri occhi prendono valore.

E quando una cosa prende valore, si sa, deve essere conquistata col sudore della fronte. Deve essere pagata a caro prezzo, con una cosa altrettanto cara: il nostro tempo.

Ma questo non li spaventa perché – l’abbiamo detto – percepiscono il loro tempo come una risorsa disponibile in grande quantità.

Quindi trovano sensato barattare tempo in cambio di soldi.

Questa equivalenza sta alla base della scelta di queste persone di trovarsi un lavoro da dipendente o aprire un’attività di libera professione: in ogni caso un lavoro time consuming.

In questo modo si fottono il tempo per mettere via del denaro che è sufficiente per vivere delle vite comode ma non strabilianti.

C’è una via d’uscita?

Sì, dobbiamo decisamente rivedere quali sono le priorità: cosa vale di più tra tempo e denaro.

Ogni persona “ricca” sa che il tempo è infinitamente più prezioso del denaro, e il motivo di ciò è molto semplice: il denaro è rigenerabile, mentre il tempo no.

Questa cosa però non sembra essere ben compresa da tutti.

Sentiamo di essere giovani e immortali perché ci hanno addestrato a essere positivi e sorridere alla vita. E da un punto spirituale sono anche d’accordo. Però la parte razionale del mio cervello, quella che è fortemente ancorata ai numeri, sa che la sabbia scorre lenta dentro la clessidra. E quando finisce, finisce.

Per una persona “ricca” il denaro è transitorio e potenzialmente sempre disponibile. Insomma non è mai un problema.

Anche qui, una ricchezza di spirito, che però si riflette, ancora una volta, sul loro portafogli. Se non sono ricche attualmente, lo saranno se avranno la perseveranza di trattenere questa mentalità abbastanza a lungo.

Questo mindset dovrebbe portarti nell’ottica di idee di dedicarti a progetti lavorativi con un ratio favorevole lavoro/tempo, cioè quelle attività che con uno sforzo e un impiego di tempo minimo, generano high income.

Un momento: ma se i “ricchi” guadagno tanto poi… gli altri come fanno?

Si aprono dubbi etici e morali. Nessun problema, li affrontiamo subito.

Non è un gioco a somma zero!

Avrai senz’altro sentito questo detto: ognuno è responsabile e artefice del proprio destino.

E questo è vero anche se parliamo di destino finanziario.

Infatti, dallo switch che abbiamo appena compiuto, c’è una grande lezione che dobbiamo portarci a casa. 

Sono i soldi ad essere “infiniti”, non il tempo.

Il denaro è dappertutto, e ce n’è quanto ne vuoi. Gli Stati sono solo contenti se a causa tua o mia bisognerà stamparne di più. Quindi davvero, zero problemi.

Ci sono soldi per tutti, e non fai male a nessuno se te ne prendi il più possibile.

Per questo motivo, puoi soltanto essere felice se qualcuno ha fatto un affare più vantaggioso del tuo. O, ancora meglio, non devi badarci, devi rimanere focalizzato sui tuoi affari.

Infatti ci sono due modi per costruire il palazzo più bello della città.

  1. Costruire un palazzetto mediocre e sabotare i cantieri degli altri.
  1. Focalizzarti su di te, facendo del tuo meglio per far bella la tua costruzione.

Qual è la differenza?

La prima “strategia” è figlia dell’atteggiamento di scarsità di cui abbiamo parlato prima. È l’atteggiamento che hanno i “poveri”, che vivono immersi in mondo in cui vige la legge homo homini lupus, dove ognuno per arrivare primo deve necessariamente fare degli sgambetti, per impedire che un altro sfidante vinca la corsa all’oro.

Secondo questa visione, il mondo finanziario è un gioco a somma zero.

Se conosci la teoria dei giochi del matematico John Nash, “un gioco a somma zero descrive una situazione in cui il guadagno o la perdita di un partecipante è perfettamente bilanciato da una perdita o un guadagno di un altro partecipante in una somma uguale e opposta. Se alla somma totale dei guadagni dei partecipanti si sottrae la somma totale delle perdite, si ottiene zero”. (Wikipedia).

Te lo dico in parole più spicce: per guadagnare 100 euro, c’è bisogno di qualcuno che perda 100 euro.

I “ricchi” invece sanno che i soldi in circolo sono infiniti, quindi non esiste conflitto con i competitor. Quello che devi fare è semplicemente lavorare sodo sul tuo progetto.

Non vedendo il denaro come una risorsa finita, i costruttori lavorano nella più totale pace dei sensi, nella consapevolezza che chiunque può costruirsi il proprio palazzone, senza invidiare il lavoro degli altri né sentirsi responsabile della mancanza dei mattoni: un mondo meritocratico dove il mercato ti consegna il controvalore in denaro dei miglioramenti che hai apportato alla società.

I ricchi sono “cattivi”? I poveri sono “buoni”?

A questo punto potresti accusare i ricchi di pensare soltanto al profitto, e questo li porta a diventare delle persone disposte a tutto pur di arrivare al successo.

  • Perché il ricco dovrebbe essere cattivo se fa più soldi della media? Mica li sta togliendo agli altri. Ricordi cosa abbiamo detto? Ce n’è per tutti. È il tempo che è limitato.
  • E se ci sono soldi per tutti, e se il tempo è poco, perché lo stai sprecando guardando a che punto sono i ricchi, anziché preoccuparti tu stesso produrre denaro?

La verità è che ci sono ricchi arroganti e spietati con il prossimo, come ci sono poveri arroganti e spietati con il prossimo, e il denaro non è altro che un amplificatore di ciò che sei.

I soldi non c’entrano nulla.

Un povero apparentemente buono non è necessariamente buono: semplicemente non ha motivi per essere arrogante e vanitoso, oppure non ha gli strumenti per far valere la sua cattiveria.

Ti torna?

Un ricco ha maggiori probabilità di farsi valere qualora volesse.

Però hey, lui è quello che ha costruito il grattacielo.

  • Ha progettato tutto, dalle fondamenta al tetto, mentre altri non ci credevano.
  • Ha pagato dei “poveri” che lo hanno aiutato a tirar su quei muri verso al cielo, ma che nel frattempo gli infilavano le cicche nella malta.
  • Si è dovuto difendere da altri costruttori – anch’essi con la mentalità da poveri – che si preoccupavano più di ostacolare lui che di costruire il miglior palazzo della città.

 Ci sta che ora voglia viaggiare su una decappottabile anziché su un’utilitaria.

Rinchiudere il denaro o lasciarlo libero?

E una volta che il “ricco” e il “povero”, ognuno con i propri mezzi, si sono messi da parte un gruzzoletto, che fanno?

Il povero, che considera il denaro come una risorsa presente nel mondo in quantità scarse. vorrà sperperarlo in inutili cianfrusaglie, che acquisterà soltanto allo scopo di “coccolarsi”, e sfogare la frustrazione accumulata dall’essere stato alle dipendenze di un capo (sorte che loro si sono scelti).

Se ne avanza, li terrà sul conto, per far fronte alla prossima necessità (o al prossimo sfizio).

Cosa pensa invece il ricco?

Sono capace di intercettare e attrarre il denaro. Posso procurarmene quanto ne voglio, dato che è “infinito”. Perché mai dovrei custodirne più di quello che mi serve? Molto meglio investirlo e cercare di farlo lavorare per me.


E tu, hai già fatto tua questa mentalità di ricchezza?

Sei un investitore esperto o devi ancora “buttarti” nella tua prima operazione? Sei un operatore del settore? Ambisci ad esserlo? 

Scoprilo attraverso il nostro test: che tipo di investitore sei?

Rispondi alle domande del quiz e in meno di un minuto scoprirai il tuo profilo-investitore, con anche tutte le indicazioni necessarie per passare al next level.

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Ti hanno piantato in testa il seme della povertà? Estirpalo prima che metta radici e conquista una mentalità di ricchezza


Quale risposta daresti al rebus qua sotto?

  • Da ragazzo hai tempo ed energie, ma ti mancano i soldi
  • Da adulto hai energie e soldi, ma ti manca il tempo
  • Da anziano hai soldi e tempo, ma ti mancano le energie.

È la storia di tutti.

Tutti però lamentano una vita passata a lavorare con poco tempo a disposizione, pochi soldi (in relazione al tempo passato a lavorare) e in generale una vita poco felice.

La vita diventa strabiliante quando riesci ad hackerare questa sequenza e avere tempo e soldi a disposizione quando hai ancora le energie.

E come si fa?

In questo articolo vedremo alcuni degli switch necessari per passare dalla “povertà” alla “ricchezza”.

Ma prima un importante disclaimer.

Parte tutto dalla mente

Quando parliamo di povertà e ricchezza non ci riferiamo tanto al conto corrente. Quella è soltanto una conseguenza, un indice tra i tanti che definisce una persona ricca o povera.

La ricchezza di una persona ha a che fare, oltre che con il suo potere finanziario, anche con la qualità della vita. Salute, relazioni soddisfacenti, tempo da dedicare a se stessi.

Insomma povertà e ricchezza sono stati della nostra mentalità.

Ed è per questo che, dal nostro punto di vista, un povero con i soldi non è un ricco.

Così come una persona con le giuste competenze può dirsi ricca, perché sa come generare denaro senza per questo togliere linfa alle altre aree della sua vita.

Una persona con il mindset della ricchezza è soltanto momentaneamente senza soldi.

Infatti ti sarà capitato di leggere di imprenditori che si sono trovati a perdere tutto il patrimonio e chiudere la loro azienda. Ma poi, grazie alla loro mentalità e alle loro conoscenze, sono riusciti a diventare più ricchi di quanto non lo fossero prima.

Ora ti starai chiedendo:

“Ma se parte tutto dalla testa, significa che ci sono modi di pensare che conducono alla ricchezza e modi di pensare che ti fanno sprofondare nel baratro della povertà?”.

È esattamente quello che intendevo.

E se vuoi sapere come aumentare la qualità della tua vita (non soltanto finanziaria) faresti bene a non staccare gli occhi da questa pagina.

Quanto vale il tuo tempo? Il primo switch fondamentale da fare

La maggior parte delle persone percepiscono il tempo a loro disposizione come una risorsa “infinita”.

Le persone che pensano in questo modo sono “poveri”. Una povertà di spirito, che purtroppo contagia anche il loro conto in banca.

I poveri pensano che ci sia tempo in abbondanza, e bisogna passarlo “a caccia di soldi”.

D’altro canto i soldi vengono percepiti da queste persone in quantità scarsa. Ma se i soldi sono pochi, significa che il loro valore è alto, perché se siamo tutti in lotta per le stesse risorse, allora è ovvio che queste ai nostri occhi prendono valore.

E quando una cosa prende valore, si sa, deve essere conquistata col sudore della fronte. Deve essere pagata a caro prezzo, con una cosa altrettanto cara: il nostro tempo.

Ma questo non li spaventa perché – l’abbiamo detto – percepiscono il loro tempo come una risorsa disponibile in grande quantità.

Quindi trovano sensato barattare tempo in cambio di soldi.

Questa equivalenza sta alla base della scelta di queste persone di trovarsi un lavoro da dipendente o aprire un’attività di libera professione: in ogni caso un lavoro time consuming.

In questo modo si fottono il tempo per mettere via del denaro che è sufficiente per vivere delle vite comode ma non strabilianti.

C’è una via d’uscita?

Sì, dobbiamo decisamente rivedere quali sono le priorità: cosa vale di più tra tempo e denaro.

Ogni persona “ricca” sa che il tempo è infinitamente più prezioso del denaro, e il motivo di ciò è molto semplice: il denaro è rigenerabile, mentre il tempo no.

Questa cosa però non sembra essere ben compresa da tutti.

Sentiamo di essere giovani e immortali perché ci hanno addestrato a essere positivi e sorridere alla vita. E da un punto spirituale sono anche d’accordo. Però la parte razionale del mio cervello, quella che è fortemente ancorata ai numeri, sa che la sabbia scorre lenta dentro la clessidra. E quando finisce, finisce.

Per una persona “ricca” il denaro è transitorio e potenzialmente sempre disponibile. Insomma non è mai un problema.

Anche qui, una ricchezza di spirito, che però si riflette, ancora una volta, sul loro portafogli. Se non sono ricche attualmente, lo saranno se avranno la perseveranza di trattenere questa mentalità abbastanza a lungo.

Questo mindset dovrebbe portarti nell’ottica di idee di dedicarti a progetti lavorativi con un ratio favorevole lavoro/tempo, cioè quelle attività che con uno sforzo e un impiego di tempo minimo, generano high income.

Un momento: ma se i “ricchi” guadagno tanto poi… gli altri come fanno?

Si aprono dubbi etici e morali. Nessun problema, li affrontiamo subito.

Non è un gioco a somma zero!

Avrai senz’altro sentito questo detto: ognuno è responsabile e artefice del proprio destino.

E questo è vero anche se parliamo di destino finanziario.

Infatti, dallo switch che abbiamo appena compiuto, c’è una grande lezione che dobbiamo portarci a casa. 

Sono i soldi ad essere “infiniti”, non il tempo.

Il denaro è dappertutto, e ce n’è quanto ne vuoi. Gli Stati sono solo contenti se a causa tua o mia bisognerà stamparne di più. Quindi davvero, zero problemi.

Ci sono soldi per tutti, e non fai male a nessuno se te ne prendi il più possibile.

Per questo motivo, puoi soltanto essere felice se qualcuno ha fatto un affare più vantaggioso del tuo. O, ancora meglio, non devi badarci, devi rimanere focalizzato sui tuoi affari.

Infatti ci sono due modi per costruire il palazzo più bello della città.

  1. Costruire un palazzetto mediocre e sabotare i cantieri degli altri.
  1. Focalizzarti su di te, facendo del tuo meglio per far bella la tua costruzione.

Qual è la differenza?

La prima “strategia” è figlia dell’atteggiamento di scarsità di cui abbiamo parlato prima. È l’atteggiamento che hanno i “poveri”, che vivono immersi in mondo in cui vige la legge homo homini lupus, dove ognuno per arrivare primo deve necessariamente fare degli sgambetti, per impedire che un altro sfidante vinca la corsa all’oro.

Secondo questa visione, il mondo finanziario è un gioco a somma zero.

Se conosci la teoria dei giochi del matematico John Nash, “un gioco a somma zero descrive una situazione in cui il guadagno o la perdita di un partecipante è perfettamente bilanciato da una perdita o un guadagno di un altro partecipante in una somma uguale e opposta. Se alla somma totale dei guadagni dei partecipanti si sottrae la somma totale delle perdite, si ottiene zero”. (Wikipedia).

Te lo dico in parole più spicce: per guadagnare 100 euro, c’è bisogno di qualcuno che perda 100 euro.

I “ricchi” invece sanno che i soldi in circolo sono infiniti, quindi non esiste conflitto con i competitor. Quello che devi fare è semplicemente lavorare sodo sul tuo progetto.

Non vedendo il denaro come una risorsa finita, i costruttori lavorano nella più totale pace dei sensi, nella consapevolezza che chiunque può costruirsi il proprio palazzone, senza invidiare il lavoro degli altri né sentirsi responsabile della mancanza dei mattoni: un mondo meritocratico dove il mercato ti consegna il controvalore in denaro dei miglioramenti che hai apportato alla società.

I ricchi sono “cattivi”? I poveri sono “buoni”?

A questo punto potresti accusare i ricchi di pensare soltanto al profitto, e questo li porta a diventare delle persone disposte a tutto pur di arrivare al successo.

  • Perché il ricco dovrebbe essere cattivo se fa più soldi della media? Mica li sta togliendo agli altri. Ricordi cosa abbiamo detto? Ce n’è per tutti. È il tempo che è limitato.
  • E se ci sono soldi per tutti, e se il tempo è poco, perché lo stai sprecando guardando a che punto sono i ricchi, anziché preoccuparti tu stesso produrre denaro?

La verità è che ci sono ricchi arroganti e spietati con il prossimo, come ci sono poveri arroganti e spietati con il prossimo, e il denaro non è altro che un amplificatore di ciò che sei.

I soldi non c’entrano nulla.

Un povero apparentemente buono non è necessariamente buono: semplicemente non ha motivi per essere arrogante e vanitoso, oppure non ha gli strumenti per far valere la sua cattiveria.

Ti torna?

Un ricco ha maggiori probabilità di farsi valere qualora volesse.

Però hey, lui è quello che ha costruito il grattacielo.

  • Ha progettato tutto, dalle fondamenta al tetto, mentre altri non ci credevano.
  • Ha pagato dei “poveri” che lo hanno aiutato a tirar su quei muri verso al cielo, ma che nel frattempo gli infilavano le cicche nella malta.
  • Si è dovuto difendere da altri costruttori – anch’essi con la mentalità da poveri – che si preoccupavano più di ostacolare lui che di costruire il miglior palazzo della città.

 Ci sta che ora voglia viaggiare su una decappottabile anziché su un’utilitaria.

Rinchiudere il denaro o lasciarlo libero?

E una volta che il “ricco” e il “povero”, ognuno con i propri mezzi, si sono messi da parte un gruzzoletto, che fanno?

Il povero, che considera il denaro come una risorsa presente nel mondo in quantità scarse. vorrà sperperarlo in inutili cianfrusaglie, che acquisterà soltanto allo scopo di “coccolarsi”, e sfogare la frustrazione accumulata dall’essere stato alle dipendenze di un capo (sorte che loro si sono scelti).

Se ne avanza, li terrà sul conto, per far fronte alla prossima necessità (o al prossimo sfizio).

Cosa pensa invece il ricco?

Sono capace di intercettare e attrarre il denaro. Posso procurarmene quanto ne voglio, dato che è “infinito”. Perché mai dovrei custodirne più di quello che mi serve? Molto meglio investirlo e cercare di farlo lavorare per me.


E tu, hai già fatto tua questa mentalità di ricchezza?

Sei un investitore esperto o devi ancora “buttarti” nella tua prima operazione? Sei un operatore del settore? Ambisci ad esserlo? 

Scoprilo attraverso il nostro test: che tipo di investitore sei?

Rispondi alle domande del quiz e in meno di un minuto scoprirai il tuo profilo-investitore, con anche tutte le indicazioni necessarie per passare al next level.

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