Il bisogno di sicurezza: conquista la fiducia dei tuoi esecutati usando la più forte tra le leve emotive

Cosa c’è di più dolce, di più avvolgente, di più caldo dell’abbraccio di una mamma?

In quell’abbraccio ognuno di noi ha trovato conforto, protezione e sicurezza.

Diventati adulti, l’idea della mamma come “porto sicuro in cui rifugiarsi” ha continuato a rappresentare l’approdo ideale verso cui dirigere la rotta della nostra nave, soprattutto nei periodi di incertezza.

Un faro.

Ed anche per chi quell’abbraccio non può più sentirlo, in qualche modo può trovare nel pensiero, nel semplice ricordo di un sorriso, l’ancoraggio a quella sicurezza smarrita.

La sicurezza.

Cosa pagheremmo per sentirci sicuri come quando da bambini, in quelle braccia ci sentivamo liberati da qualunque paura?

La ricerca di protezione accompagna la nostra vita.

Attorno al “senso di sicurezza” cerchiamo di costruire il presente e di progettare il futuro

Anche i nostri risparmi sono orientati dalla sicurezza. Come formiche lavoriamo e sacrifichiamo l’oggi per garantirci la sicurezza del domani.

E qual è la prima cosa che nell’immaginario comune, nel profondo di ognuno di noi, rappresenta il primo livello di sicurezza una volta lasciato il nido sicuro della famiglia da cui siamo nati?

La casa!

La tua casa diventa il tuo rifugio sicuro. Il tuo spazio protetto. La personalizzi, la arredi, le dai il tuo tocco e la rendi il posto in cui vorresti stare

È il luogo speciale dove dopo una lunga giornata di lavoro ti vai a rilassare.

  • Dove ti rigeneri, mentalmente e fisicamente.
  • Dove ti aspettano i tuoi figli.
  • Dove ti aspetta la tua compagna.

Essere a casa, tornare a casa, sentirsi a casa sono tutte espressioni che indicano quanto la casa rappresenti un profondo senso di agio personale e di benessere con sé e con l’esterno.

Le pareti fisiche hanno il fondamentale significato di sicurezza sin dai remoti tempi delle caverne, quando i nostri antenati si riparavano cercando protezione e punti di riferimento nei luoghi per loro più facilmente accessibili.

Come sappiamo, gli uomini delle caverne iniziarono a “riempire” le loro “case” con segni e disegni che raccontavano la loro storia, testimoniando il grado di evoluzione personale e sociale che essi avevano raggiunto.

Al significato di rifugio sicuro aggiunsero presto quello di spazio dove poter esprimere ciò che psichicamente era per loro più importante: le pareti delle caverne divennero espressione, narrazione, specchio dei contenuti affettivi, simbolici, comunitari e dunque riflesso del mondo interno ed esterno.

Non diversamente, seppure in modo più articolato e complesso, oggi  la casa è il luogo che meglio rappresenta la personalità di chi la abita, dalle sue parti più segrete e recondite a quelle condivise con gli altri.

Si potrebbe fare il ritratto psicologico di una persona o di una famiglia, osservando con attenzione e con occhio ricettivo, la disposizione dei mobili, i quadri alle pareti, il numero e il tipo degli oggetti, i colori prescelti, l’ordine o il disordine, le parti più curate (se quelle private o quelle di rappresentanza sociale), gli odori , l’illuminazione… e si potrebbe andare avanti.

  • Capire una persona da come si presenta la sua casa.
  • Leggergli nella mente senza che abbia bisogno di proferire una sola parola.

Un potere illimitato che ti farebbe tornare a casa con la delega firmata dal tuo esecutato dopo soli 10 minuti dall’inizio del vostro incontro.

Ma è un codice che solo gli Stralcinsider sanno decodificare…

La casa è  sicurezza, è espressione di sé, ma è anche spazio vitale, da vivere soli o da imparare a condividere con qualcun altro.

Come le braccia della mamma.

È questo di cui abbiamo bisogno.

Sicurezza.

Dobbiamo sapere che c’è anche quando non la vediamo, che possiamo contare sulla sua protezione. Quella presenza ci permette di vivere oggi serenamente e di guardare al futuro.

La maggior parte delle persone trova facilmente immagini mentali quando viene chiesto loro di illustrare cosa intendono per senso di sicurezza. Potrebbe essere una serata seduti sul divano di casa, i pantaloni da jogging consumati oppure un vecchio pullover preferito.

Tuttavia, sebbene il senso di sicurezza sia ai molti cosa nota, risulta comunque difficile definirlo.

L’antropologa Brigitte Schmidt-Lauber dell’Università di Vienna, ha cercato di esplorarne scientificamente il concetto, focalizzandosi soprattutto sul suo attributo di accoglienza.

Una sua indagine, svolta su una popolazione di età compresa tra i dieci e i novant’anni che vive in Germania, ha messo la lente di ingrandimento proprio su questo concetto.

Ai partecipanti la ricercatrice ha chiesto di riferire precisamente cosa per loro rappresentava il sentirsi sicuri, anche attraverso l’uso di immagini e in quale modo era possibile procurarsi questo stato affettivo di benessere.

Per descrivere il tema le persone sono ispirate da immagini della natura (es. le ciliegie) e oggetti della loro quotidianità (una lampada o la catena di una moto).

Tuttavia accanto a queste particolarità di alcuni, la maggior parte delle persone intervistate, specialmente chi ha più di 30 anni, collega il concetto di sicurezza ad oggetti ben precisi come la tavola da pranzo, il sofà o il proprio letto.

Oppure ad abitudini quotidiane come guardare la televisione, mangiare in famiglia, fare le coccole ai bambini sul divano oppure la colazione a letto.

Ti sarai sicuramente accorto che il senso di sicurezza è dato dallo svolgimento quotidiano di rituali che conosciamo bene, che sappiamo a cosa conducono.

Questa è la miglior definizione di sicurezza: sapere come andranno le cose

Questo ci permette di poterci concentrare su altri aspetti della nostra vita, sul futuro.

Se hai una mente attenta avrai sicuramente fatto caso al fatto che le azioni quotidiane che ho descritto poco fa, fanno parte di rituali che si svolgono in casa, all’interno delle proprie mura domestiche.

Da tutto questo puoi facilmente capire come la nostra casa si identifichi per ognuno di noi con la soddisfazione del nostro bisogno di sicurezza.

Quando ti ritrovi a dover parlare con un esecutato che ha ricevuto un avviso di pignoramento, ricordati che non sei di solamente di fronte a una persona a cui stanno per portare via la casa.

Sei davanti a una persona alla quale, da un giorno all’altro, hanno portato via la più alta forma di sicurezza. Una persona che si sente smarrita, disorientata, confusa, impaurita. Persino rabbiosa in alcuni casi.

Una persona che da un giorno all’altro ha persino smesso di poter pensare al suo futuro.

Nel 1954 il famoso psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una “gerarchia di bisogni”, in base alla quale la soddisfazione dei bisogni più elementari è la condizione per fare emergere i bisogni di ordine superiore.

Alla base della piramide ci sono i bisogni essenziali alla sopravvivenza mentre salendo verso il vertice si incontrano i bisogni più immateriali.

Dati per scontati i bisogni fisiologici (mangiare, dormire) alla base della piramide troviamo proprio il bisogno di sicurezza.

Maslow specifica anche che è impossibile accedere alla soddisfazione dei bisogni superiori se quelli alla base non sono soddisfatti.

Per dirla in termini semplici, nessuno pensa a voler soddisfare il proprio bisogno di appartenenza a un gruppo se è preoccupato di non avere un tetto sulla testa.

Questo dovrebbe farti rendere ancora più lampante come il bisogno di sicurezza governi tutti gli altri sogni, desideri, ambizioni e paure di ognuno di noi.

E di che crisi spaventosa stia vivendo chi, da un giorno all’altro, si ritrova ad essere costretto a perdere la propria casa – il proprio rifugio sicuro – per motivi che molto spesso vanno anche al di là delle sue stesse responsabilità.

Quello che hai appena letto è una panoramica generale di ciò che sta vivendo il tuo esecutato.

Forse lo hai sempre visto come una persona a cui è andata male o come uno a cui serve il tuo aiuto.

Non è così.

Non solo, almeno.

É una persona che sta vivendo una profondissima crisi interiore. Tutto il suo mondo è stato travolto da un uragano che ha sollevato in aria ogni pezzo della sua vita, lo ha centrifugato e poi lo ha fatto ricadere a terra sotto forma di macerie, ristabilendo totalmente l’ordine delle sue priorità e dei suoi bisogni.

Ricordati questo quando parli con lui: la leva emotiva più importante a cui affidarti è il suo improvviso bisogno di sicurezza

È un bisogno fortissimo, per il quale sarebbe disposto a fare ogni cosa pur di soddisfarlo.

Vuoi sapere come sfruttare in pratica questa leva?

Per oggi ho già detto troppo…

Questo è materiale riservato ai nostri Stralcinsider, che però a breve metterò anche a tua disposizione in Psicologia dell’Esecutato, il primo sistema di analisi per riuscire a entrare nella mente di chi si è ritrovato con la casa pignorata.

Se vuoi essere tra i primi a metterci le mani sopra ad un costo scandalosamente ridicolo e prima che venga lanciato sul mercato, garantendoti un grosso vantaggio su tutti gli altri “stralciatori improvvisati”…

Manda subito una mail ad assistenza@stralciando.com con scritto “Voglio conoscere Psicologia dell’Esecutato in anteprima” + il tuo numero di telefono e verrai immediatamente ricontattato da Jonathan che ti spiegherà come essere il primo a mettere le mani sul prezioso cofanetto!

Devi essere connesso per inviare un commento.

Il bisogno di sicurezza: conquista la fiducia dei tuoi esecutati usando la più forte tra le leve emotive

Cosa c’è di più dolce, di più avvolgente, di più caldo dell’abbraccio di una mamma?

In quell’abbraccio ognuno di noi ha trovato conforto, protezione e sicurezza.

Diventati adulti, l’idea della mamma come “porto sicuro in cui rifugiarsi” ha continuato a rappresentare l’approdo ideale verso cui dirigere la rotta della nostra nave, soprattutto nei periodi di incertezza.

Un faro.

Ed anche per chi quell’abbraccio non può più sentirlo, in qualche modo può trovare nel pensiero, nel semplice ricordo di un sorriso, l’ancoraggio a quella sicurezza smarrita.

La sicurezza.

Cosa pagheremmo per sentirci sicuri come quando da bambini, in quelle braccia ci sentivamo liberati da qualunque paura?

La ricerca di protezione accompagna la nostra vita.

Attorno al “senso di sicurezza” cerchiamo di costruire il presente e di progettare il futuro

Anche i nostri risparmi sono orientati dalla sicurezza. Come formiche lavoriamo e sacrifichiamo l’oggi per garantirci la sicurezza del domani.

E qual è la prima cosa che nell’immaginario comune, nel profondo di ognuno di noi, rappresenta il primo livello di sicurezza una volta lasciato il nido sicuro della famiglia da cui siamo nati?

La casa!

La tua casa diventa il tuo rifugio sicuro. Il tuo spazio protetto. La personalizzi, la arredi, le dai il tuo tocco e la rendi il posto in cui vorresti stare

È il luogo speciale dove dopo una lunga giornata di lavoro ti vai a rilassare.

  • Dove ti rigeneri, mentalmente e fisicamente.
  • Dove ti aspettano i tuoi figli.
  • Dove ti aspetta la tua compagna.

Essere a casa, tornare a casa, sentirsi a casa sono tutte espressioni che indicano quanto la casa rappresenti un profondo senso di agio personale e di benessere con sé e con l’esterno.

Le pareti fisiche hanno il fondamentale significato di sicurezza sin dai remoti tempi delle caverne, quando i nostri antenati si riparavano cercando protezione e punti di riferimento nei luoghi per loro più facilmente accessibili.

Come sappiamo, gli uomini delle caverne iniziarono a “riempire” le loro “case” con segni e disegni che raccontavano la loro storia, testimoniando il grado di evoluzione personale e sociale che essi avevano raggiunto.

Al significato di rifugio sicuro aggiunsero presto quello di spazio dove poter esprimere ciò che psichicamente era per loro più importante: le pareti delle caverne divennero espressione, narrazione, specchio dei contenuti affettivi, simbolici, comunitari e dunque riflesso del mondo interno ed esterno.

Non diversamente, seppure in modo più articolato e complesso, oggi  la casa è il luogo che meglio rappresenta la personalità di chi la abita, dalle sue parti più segrete e recondite a quelle condivise con gli altri.

Si potrebbe fare il ritratto psicologico di una persona o di una famiglia, osservando con attenzione e con occhio ricettivo, la disposizione dei mobili, i quadri alle pareti, il numero e il tipo degli oggetti, i colori prescelti, l’ordine o il disordine, le parti più curate (se quelle private o quelle di rappresentanza sociale), gli odori , l’illuminazione… e si potrebbe andare avanti.

  • Capire una persona da come si presenta la sua casa.
  • Leggergli nella mente senza che abbia bisogno di proferire una sola parola.

Un potere illimitato che ti farebbe tornare a casa con la delega firmata dal tuo esecutato dopo soli 10 minuti dall’inizio del vostro incontro.

Ma è un codice che solo gli Stralcinsider sanno decodificare…

La casa è  sicurezza, è espressione di sé, ma è anche spazio vitale, da vivere soli o da imparare a condividere con qualcun altro.

Come le braccia della mamma.

È questo di cui abbiamo bisogno.

Sicurezza.

Dobbiamo sapere che c’è anche quando non la vediamo, che possiamo contare sulla sua protezione. Quella presenza ci permette di vivere oggi serenamente e di guardare al futuro.

La maggior parte delle persone trova facilmente immagini mentali quando viene chiesto loro di illustrare cosa intendono per senso di sicurezza. Potrebbe essere una serata seduti sul divano di casa, i pantaloni da jogging consumati oppure un vecchio pullover preferito.

Tuttavia, sebbene il senso di sicurezza sia ai molti cosa nota, risulta comunque difficile definirlo.

L’antropologa Brigitte Schmidt-Lauber dell’Università di Vienna, ha cercato di esplorarne scientificamente il concetto, focalizzandosi soprattutto sul suo attributo di accoglienza.

Una sua indagine, svolta su una popolazione di età compresa tra i dieci e i novant’anni che vive in Germania, ha messo la lente di ingrandimento proprio su questo concetto.

Ai partecipanti la ricercatrice ha chiesto di riferire precisamente cosa per loro rappresentava il sentirsi sicuri, anche attraverso l’uso di immagini e in quale modo era possibile procurarsi questo stato affettivo di benessere.

Per descrivere il tema le persone sono ispirate da immagini della natura (es. le ciliegie) e oggetti della loro quotidianità (una lampada o la catena di una moto).

Tuttavia accanto a queste particolarità di alcuni, la maggior parte delle persone intervistate, specialmente chi ha più di 30 anni, collega il concetto di sicurezza ad oggetti ben precisi come la tavola da pranzo, il sofà o il proprio letto.

Oppure ad abitudini quotidiane come guardare la televisione, mangiare in famiglia, fare le coccole ai bambini sul divano oppure la colazione a letto.

Ti sarai sicuramente accorto che il senso di sicurezza è dato dallo svolgimento quotidiano di rituali che conosciamo bene, che sappiamo a cosa conducono.

Questa è la miglior definizione di sicurezza: sapere come andranno le cose

Questo ci permette di poterci concentrare su altri aspetti della nostra vita, sul futuro.

Se hai una mente attenta avrai sicuramente fatto caso al fatto che le azioni quotidiane che ho descritto poco fa, fanno parte di rituali che si svolgono in casa, all’interno delle proprie mura domestiche.

Da tutto questo puoi facilmente capire come la nostra casa si identifichi per ognuno di noi con la soddisfazione del nostro bisogno di sicurezza.

Quando ti ritrovi a dover parlare con un esecutato che ha ricevuto un avviso di pignoramento, ricordati che non sei di solamente di fronte a una persona a cui stanno per portare via la casa.

Sei davanti a una persona alla quale, da un giorno all’altro, hanno portato via la più alta forma di sicurezza. Una persona che si sente smarrita, disorientata, confusa, impaurita. Persino rabbiosa in alcuni casi.

Una persona che da un giorno all’altro ha persino smesso di poter pensare al suo futuro.

Nel 1954 il famoso psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una “gerarchia di bisogni”, in base alla quale la soddisfazione dei bisogni più elementari è la condizione per fare emergere i bisogni di ordine superiore.

Alla base della piramide ci sono i bisogni essenziali alla sopravvivenza mentre salendo verso il vertice si incontrano i bisogni più immateriali.

Dati per scontati i bisogni fisiologici (mangiare, dormire) alla base della piramide troviamo proprio il bisogno di sicurezza.

Maslow specifica anche che è impossibile accedere alla soddisfazione dei bisogni superiori se quelli alla base non sono soddisfatti.

Per dirla in termini semplici, nessuno pensa a voler soddisfare il proprio bisogno di appartenenza a un gruppo se è preoccupato di non avere un tetto sulla testa.

Questo dovrebbe farti rendere ancora più lampante come il bisogno di sicurezza governi tutti gli altri sogni, desideri, ambizioni e paure di ognuno di noi.

E di che crisi spaventosa stia vivendo chi, da un giorno all’altro, si ritrova ad essere costretto a perdere la propria casa – il proprio rifugio sicuro – per motivi che molto spesso vanno anche al di là delle sue stesse responsabilità.

Quello che hai appena letto è una panoramica generale di ciò che sta vivendo il tuo esecutato.

Forse lo hai sempre visto come una persona a cui è andata male o come uno a cui serve il tuo aiuto.

Non è così.

Non solo, almeno.

É una persona che sta vivendo una profondissima crisi interiore. Tutto il suo mondo è stato travolto da un uragano che ha sollevato in aria ogni pezzo della sua vita, lo ha centrifugato e poi lo ha fatto ricadere a terra sotto forma di macerie, ristabilendo totalmente l’ordine delle sue priorità e dei suoi bisogni.

Ricordati questo quando parli con lui: la leva emotiva più importante a cui affidarti è il suo improvviso bisogno di sicurezza

È un bisogno fortissimo, per il quale sarebbe disposto a fare ogni cosa pur di soddisfarlo.

Vuoi sapere come sfruttare in pratica questa leva?

Per oggi ho già detto troppo…

Questo è materiale riservato ai nostri Stralcinsider, che però a breve metterò anche a tua disposizione in Psicologia dell’Esecutato, il primo sistema di analisi per riuscire a entrare nella mente di chi si è ritrovato con la casa pignorata.

Se vuoi essere tra i primi a metterci le mani sopra ad un costo scandalosamente ridicolo e prima che venga lanciato sul mercato, garantendoti un grosso vantaggio su tutti gli altri “stralciatori improvvisati”…

Manda subito una mail ad assistenza@stralciando.com con scritto “Voglio conoscere Psicologia dell’Esecutato in anteprima” + il tuo numero di telefono e verrai immediatamente ricontattato da Jonathan che ti spiegherà come essere il primo a mettere le mani sul prezioso cofanetto!

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