Perché dire che gli esecutati vanno manipolati crea tanto scalpore?
Quante volte hai sentito parlare di manipolazione? Tante, vero?
Ma sai realmente di cosa si tratta o segui come un automa la massa senza cercare di capire?
E se ti dicessi che ho intenzione di manipolarti, adesso, in questo momento, come reagiresti?
Siamo vittime di stereotipi e, se dico di voler manipolare una persona, è probabile che la mia intenzione venga letta nella sua accezione più negativa.
In fondo anche la parola stessa deriva dal latino “manipulus” che definiva la manciata di erbe medicinali da rimescolare per ottenere chissà quale intruglio, creando appunto una sostanza “plasmabile”.
Il concetto “plasmare” spaventa
Per questo motivo siamo portati a pensare all’inganno, al raggiro, al voler a tutti i costi raggiungere i propri obiettivi a discapito del povero malcapitato.
Il grande errore sta nel vedere il concetto di manipolazione solo ed esclusivamente in modo negativo senza renderci conto che esiste un valore positivo del quale in pochi sono a conoscenza.
Infatti, sempre più situazioni prevedono una strategia manipolatoria “positiva”, e quindi nell’interesse dell’altro, o comunque senza la deliberata volontà di nuocere.
- In medicina;
- Nel rapporto genitori figli;
- Nella psicoterapia;
- Nel marketing;
- e persino nell’insegnamento.
Non è forse manipolazione l’azione educazionale che un genitore compie nei confronti dei propri figli?
Se analizziamo la situazione con gli occhi di un bambino penseremo che le regole sono coercitive e limitanti della libertà. Ma è realmente così?
E se un medico cerca di convincerci a smettere di fumare, illustrandoci tutte le problematiche a cui stiamo andando incontro e mostrandoci magari la radiografia dei polmoni di un grande fumatore? Non ci sta forse manipolando?
Potrei continuare con decine di altri esempi ma conosciamo tutti bene le risposte.
La verità è che siamo tutti dei manipolatori e ogni persona su questo pianeta è facilmente manipolabile.
Per quale motivo allora, il voler “sostituire” le convinzioni errate con quelle corrette nella mente degli esecutati dovrebbe essere sbagliato?
Non incontriamo gli esecutati per prenderci un aperitivo ma bensì perché hanno un problema ed è nostro dovere aiutarli a capire la situazione e fornirgli gli strumenti per uscirne.
Come avere successo con gli esecutati nel Saldo a Stralcio
Per avere successo con gli esecutati e nel Saldo a Stralcio, devi avere il coraggio di giocare a carte scoperte. Sempre.
Credi che le persone siano sempre in grado di prendere da sole le decisioni migliori? E allora perché alla TV incappiamo sempre in programmi con grandi obesi che sanno di avere i giorni contati e ciò nonostante continuano a mangiare?
Le persone devono talvolta essere manipolate, devono essere aiutate a capire qual è la soluzione migliore al loro problema. Senza remore, senza scrupoli.
Stessa cosa con gli esecutati. La paura di urtare la loro sensibilità, il timore di offenderli non li aiuteranno di certo. Ciò che li aiuta invece la schiettezza, il fatto che tu gli metti davanti un quadro dettagliato e veritiero della situazione e, se decidono di mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi per evitare di vedere, sarà una loro responsabilità. Non tua.
Come sostiene Abraham Maslow nella piramide dei bisogni (1954), aiutando l’esecutato a soddisfare determinati bisogni gli permettiamo di progredire e risalire i gradini della piramide. Noi sappiamo di cosa ha bisogno l’esecutato ed è nostro compito utilizzare queste leve per aiutarlo a migliorare la propria situazione.
Quello a cui NON devi assolutamente badare è il “COME” prenderanno le tue informazioni. Quello sta alla loro intelligenza.
L’unica tua preoccupazione è uscire da quel colloquio con la coscienza a posto per aver detto tutta la verità e niente altro che la verità. Avere la coscienza a posto significa avere così tanta sicurezza in se stessi e in ciò che si sta facendo da non temere di perdere una pratica.
Ti svelo un segreto.
Le pratiche non le perdi per essere stato sincero con gli esecutati
Le pratiche le perdi se rimani sulle tue, se li porti a pensare che gli stai nascondendo qualcosa o se ti trasformi in uno zerbino che dice sempre di sì solo per compiacerli. Perché ciò di cui hanno bisogno è un professionista che sia dalla loro parte, che voglia aiutarli e che sia sincero. Non dell’ennesimo sciacallo interessato solo a portare a casa l’operazione immobiliare senza badare ai bisogni delle persone.
Non entriamo nel dettaglio del colloquio perché di quello ne parliamo ampiamente all’interno di Psicologia dell’esecutato. Il messaggio che deve passare in questa sede è che la caratteristica che amalgama il tutto è la sincerità.
E’ grazie alla sincerità che riesci a creare un rapporto di fiducia con gli esecutati e, senza di essa, non si va davvero da nessuna parte.
Se tu sapessi che gli esecutati, prima di relazionarsi con te, hanno già parlato con altri “professionisti”, ti verrebbe da metterti le mani nei capelli per la moltitudine di informazioni sbagliate che annebbiano la loro mente.
- Ho dei bimbi piccoli, non mi porteranno via la casa;
- Mio padre è disabile, non metteranno il mio appartamento all’asta;
- Sono una mamma single con un figlio adolescente…
…e chi più ne ha più ne metta!
Sai quante persone con convinzioni sbagliate incontriamo nel nostro lavoro?
Come spieghiamo nel libro di Psicologia dell’esecutato, molte informazioni tendono a confondere le persone se non vengono fornite nel modo corretto e nel “momento” corretto.
Perché esiste un momento in cui non devi far tralasciare nulla, mentre arriva il momento in cui devi dirgli le cose come stanno.
Se sbagli il momento d’ingresso mandi a rotoli tutto l’appuntamento
Devi sviluppare la competenza dell’entrare nella testa e nel cuore dell’esecutato al momento giusto, con i modi giusti, come le parole giuste.
Dire cose solo perché gliele devi dire è una cavolate enorme.
Devi rispettare i giusti momenti della trattativa nel modo e nell’ordine stabilito.
Non puoi sfasare le stagioni. Sai che casino con i raccolti, le fioriture, ecc?
Immagina di mettere l’inverno dopo la primavera quando la natura ha messo fuori i boccioli.
L’alibi del: “Ma io gliel’ho detto, più volte”.
Vero, ma glielo hai detto nel momento sbagliato.
Per cui, non conoscere il momento d’ingresso corretto, crea solo molta confusione negli esecutati, perché si perdono dei pezzi importanti a tal punto da non riuscire più a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato.
- Il mio avvocato mi ha detto….
- Il commercialista è sicuro che…
- Mio cugino ha letto su internet che…
Come si fa allora a mettere fine a questo processo che crea confusone e ti declassa quando vieni associato al pari di un avvocato o altro professionista?
Per questo è fondamentale conoscere l’arte della manipolazione.
Devi essere in grado di rompere le “normali credenze” sbagliate che hanno le persone circa il problema del pignoramento e dell’asta immobiliare e fornirgli le informazioni corrette.
Devono conoscere la gamma delle loro possibilità ed avere consapevolezza di ciò che comporta ogni scelta che faranno.
Solo così potrai aiutarli a risalire dal pozzo nel quale si trovano e che si sta pian piano riempiendo di acqua e melma. (Riferimento alla stazione numero 9 delle 15 Stazioni dell’esecutato”).
Sia chiaro, manipolare non è sinonimo di imbrogliare
Non cercheremo mai di dar loro delle informazioni sbagliate solo per portarli dalla nostra parte perché:
- mentire va contro ogni etica;
- quando noi ci guardiamo allo specchio, non vogliamo farci schifo a tal punto da abbassare lo sguardo.
In più di dieci anni di esperienza sul campo abbiamo scoperto che, purtroppo, gli esecutati che rimangono ancorati alle proprie idee ed ai consigli sbagliati dati da individui che professionisti non sono, difficilmente riusciranno ad uscire dalla situazione debitoria e rimarranno invischiati in un mare di fango nel quale andranno sempre più a fondo.
Gli esecutati vanno manipolati, punto!
Poi, si sa che è un termine che viene spesso affiancato a qualcosa di “non buono” ma non c’è un altro termine per definire il sovrascrivere informazioni con altre.
Ecco perché devi essere in grado di farli ad arrivare al più alto livello di riflessione, perché se poi, per tua leggerezza, gli esecutati perdono la casa, in qualche modo, la responsabilità è tua.
Lasciamo fuori da questo concetto i cerebrolesi e persone non in grado di intendere e volere perché allucinate dai vapori dell’ignoranza.
Per tutte le altre persone, la decisione finale deve essere: “Io voglio risolvere e lo voglio fare con te”.
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